L’UCEMI -
Toronto, l’Unione
Cristiana di Enti tra e per i Migranti
Italiani, promossa dalla Fondazione
Migrantes (Conferenza Episcopale
Italiana) che è sempre stata all’avanguardia nel servizio agli
emigrati italocanadesi attraverso il
mantenimento delle radici
italiane e cristiane, la collaborazione con
tutti, il sostegno ai missionari
dell’IPC, attraverso attuali e
puntuali conferenze sulla bioetica, sul
dialogo interreligioso, sulla
dottrina sociale della Chiesa, o con
simposi per la valorizzazione di figure altamente emulative per i giovani
(come è stato nel caso di P.
Francesco Bressani), come tutte le
associazioni italo canadesi, dopo la
grande crisi che ha colpito l’Italia, ha
dovuto fare i conti con la diminuita
attenzione del Bel Paese nei
confronti dei migranti, attuatasi con
grossi tagli al volontariato, alla cultura e
alla rappresentanza.
A Roma,
ben quattro uffici
dell’UCEMI
dedicati all’emigrazione sono stati
smantellati parecchi mesi fa insieme al
relativo personale e al sito web; infine lo scorso mese di Maggio è venuto
a mancare anche l’amato presidente
dell’UCEMI nel mondo, Adriano
Degano che ha guidato l'organizzazione
per oltre 30 anni. In siffatta
situazione, alcuni giorni fa, approfittando della presenza a Toronto del
vicepresidente dell’UCEMI nel mondo
dott.Luigi
Papais, il presidente dell’UCEMI
Toronto Giovanni Riccitelli, ha
chiamato a raccolta, oltre al responsabile
del settimanale cattolico Chiesa
2000 P. Amedeo Nardone, O.F.M.,
al Presidente dell’Italian Pastoral
Commission, P. Ruggiero Di Benedetto,e a
P. Vitaliano Papais, guida spirituale
dell’UCEMI, tutto il direttivo
dell’associazione per vagliare le prospettive
future dell’organizzazione.
Durante
l’incontro il dott. Luigi Papais ha
portato subito, pur nell’attuale
crisi italiana, una boccata d’aria fresca,
asserendo che il sito UCEMI è stato
riaperto ed ha ora uno stampo più
laicale, pronto a informare, formare e
aggiornare sulla pastorale della
chiesa locale. Anche se era la Chiesa
di partenza quella che pensava
originariamente agli emigranti e li
seguiva, sostituita dopo il Concilio dalla
Chiesa di residenza che garantisce
l’accoglienza degli immigrati, anche se di
sacerdoti in Canada ne arriveranno
sempre di meno, l’UCEMI nel mondo è
interessata al modo di vivere la
fede, l’arte e la cultura cattolica degli
italo canadesi, che è diversa dagli atri
gruppi etnici e alla continua-
zione del
fi nanziamento della stampa nelle
missioni dove ci sono associazioni
attive.
Compito
dei laici italiani è presentare
le esigenze dei cattolici locali.
L’emigrazione che sembrava essere
finita, -ha detto- è ora in ripresa:
2000 giovani italiani sono arrivati
recentemente a Toronto in cerca di
occupazione. Esiste quindi-ha
concluso- la possibilità di inserirli
in un discorso pastorale.
P. Amedeo
Nardone ha poi dato testimonianza
di questa nuova emigrazione dall’Italia,
attraverso l’esperienza di
un sacerdote suo amico di Boston,
dove si è formato gruppo di
preghiera
di giovani arrivati come turisti e
rimasti.
Anche in
Canada – ha proseguito – il
Corriere Canadese dell’On. Volpe segue
questa nuova emigrazione giovanile e
il loro inserimento. Per quanto
riguarda il discorso associativo, ha detto che
purtroppo “ci sono alcuni sacerdoti
che pensano che le nostre
associazioni
religiose fi niscano come dei
malati terminali”, ma nella sua esperienza
ha notato quanto vigore ci sia
ancora in alcune di esse dove si sono
inseriti diversi giovani.
C’è
ancora spazio per un lavoro di recupero
- ha aggiunto - facendo una preparazione
spirituale agli eventi religiosi
di tali gruppi associativi a livello di
adulti e a livello giovanile. Le feste
dovrebbero essere momento di evangelizzazione.
Bisognerebbe inglobare
nell’UCEMI alcuni membri di ogni
gruppo per fare una pastorale religiosa,
comune e unitaria. Creare una nuova
evangelizzazione, ovvero rievangelizzare
i cattolici – ha concluso P.
Nardone – questo è il nostro compito. Il
Cav. Fracassi, fra l’altro presidente
della più grande associazione ricreativa
e sportiva cattolica, ha ricalcato
l’esigenza per le associazioni di avere
dei sacerdoti, o di un gruppo di laici,
che vadano periodicamente a parlare
loro di fede. Lou Iacobelli poi ha
insistito sulla necessità di non abbandonare
i ragazzi delle scuole, e del bisogno
di comunicazione per intensificare
gli incontri con i Provveditorati e i fiduciari cattolici.
Infine
il presidente dell’UCEMI Toronto,
concludendo, ha ribadito la voglia dell’Associazione di ricominciare,
anche se in maniera sperimentale,
attraverso una campagna di
sensibilizzazione e reclutamento tra
le associazioni cattoliche
esistenti in modo da creare una rete di
accoglienza, ed ha lanciato come
punto di riferimento che
consenta
di raggiungere una unità di tutto
il mondo associativo cattolico
italiano in Canada, la presentazione
del rapporto italiani nel mondo,
(unica fotografi a dell’emi-
grazione,
con tanto di documenti e dati
statistici) per fi ne marzo 2015, contando
sulla collaborazione di tutte le
associazioni. L’UCEMI è convinta,
infatti, che questo sia un
argomento
attuale che riguarda tutti: i
recenti cambiamenti hanno toccato
un po’ tutte le associazioni, ridottesi
di numero, sia come quadri
dirigenti sia come associati.
La
globalizzazione ha prodotto benefi ci
ma anche il venir meno di determinati collegamenti e di determinate forme di
rappresentanza. Ciò è da attribuirsi
in parte all'uscita di scena di molti
operatori sociali sia per questioni di
anzianità e sia per la scarsa propensione
dei giovani a impegnarsi a seguire
un percorso associativo.
Chiunque
voglia collaborare o desideri
maggiori informazioni sull’UCEMI
Toronto, è pregato di contattare:
Toronto@ucemi.it