martedì 28 settembre 2010

San Francesco e il dialogo interreligioso



San Francesco d’Assisi, la cui festa ricorre il 4 ottobre e di cui l'Italia si vanta di averlo come  Patrono, nella sua breve vita di 44 anni, visse un episodio che ci ha sempre colpito molto: quello del suo viaggio in Oriente nel 1219 in occasione della quinta Crociata e del suo incontro con il Sultano. Quali furono le motivazioni di un viaggio così lungo e impegnativo?
Sappiamo che san Francesco parlava correntemente il provenzale e che in gioventù si formò a contatto diretto con trovatori francesi a loro volta influenzati dai trovatori andalusi che erano di religione  musulmana. Sappiamo anche di come si sia recato più volte dinanzi ai pontefici del suo tempo per predicare la pace, e per chiedere il loro consenso ai suoi progetti di missione apostolica pacifica presso i saraceni. Le stesse ragioni di pace furono anche quelle che gli ispirarono la famosa prima Regola, del 1210, in cui tra l’altro raccomandava alla comunità dei fratelli: “quando i frati vanno per il mondo, non portino nulla per il cammino, ne’ sacco ne’ borsa ne’ pane ne’ bastone. E in qualunque casa entreranno, dicano per prima cosa: pace a questa casa…”. Era dunque grande il suo interesse per “gli altri”, per quei “fratelli” contro i quali combattevano i crociati …e fece davvero di tutto per andarli a trovare! Ci provò una prima volta, ma la nave su cui viaggiava naufragò e lui si salvò a malapena. Ci provò una seconda volta, ma si ammalò prima di arrivare e tornò indietro. Finalmente, nel corso della quinta crociata bandita dal Concilio Lateranense, Francesco decise di partire con un gruppo di dodici compagni per il Campo dei Crociati, attendati nei pressi di Damietta, in Egitto. Vi si recò, come scrisse san Bonaventura, “con la ferma intenzione di presentarsi al Sultano d’Egitto.” Giunti nel campo dei crociati, racconta Tommaso da Celano, Francesco e i suoi compagni predicarono contro le Crociate. Sembra infatti che, nelle sue prediche, Francesco sostenesse la necessità di procedere a trattative di pace, suscitando l’ira del bellicoso delegato pontifico Pelagio Galvan, che rifiutò sempre ogni trattativa, spingendo i Crociati ad una guerra che si concluderà poi con la disfatta totale. Amareggiato dal comportamento dei crociati, sconvolto da una spaventosa battaglia di cui aveva visto le vittime, San Francesco e Frà Illuminato attraversarono quindi il campo crociato tra sberleffi, ingiurie, scherni, calci e botte. I Saraceni, vedendoli arrivare, gli andarono incontro e li condussero alla presenza del Sultano.
 Il Sultano d’Egitto era Malik al-Kamil, nipote del famoso Saladino, re saggio e dotto, che qualche storico asserisce fosse un mistico. Alla sua corte amava disputare con i dotti di grammatica e giurisprudenza: egli stesso era un poeta di cui ci sono stati tramandati alcuni versi. Famoso per la gentilezza ed il contegno austero, ottimo amministratore, controllava di persona la lista delle imposte. Contrario agli inutili spargimenti di sangue, aveva più volte offerto ai Crociati trattative di pace, da essi sempre rifiutate.
Proprio con lui Federico II di Svevia, altro sovrano illuminato, scomunicato dal Papa per essersi rifiutato di partecipare alle crociate, stipulerà dieci anni dopo, nel 1229, un trattato per il recupero pacifico dei Luoghi Santi di Gerusalemme. Francesco, –dicevamo- venne portato quindi al cospetto del Sultano. Peccato che era il 1219 e in quell’anno non c'erano ancora nè la Cnn nè Al-Jazeera, perche' sarebbe stato davvero interessante rivedere oggi il filmato di quell'incontro! Possiamo quindi solo immaginare che l’incontro di Francesco con questo sovrano aperto, colto, illuminato fù straordinario, particolarissimo. Possiamo immaginare che si ascoltarono, dialogarono, approfondendo temi religiosi con l’aiuto magari di teologi e saggi musulmani. Probabilmente tra i due nacque un’amicizia che durò tutta la vita! Di certo sappiamo che al momento della partenza, il Sultano lo ricolmò di doni, tra cui c’era il corno di avorio ed argento che ancora oggi è conservato nella Basilica del Santo ad Assisi e che Francesco fù lasciato tornare incolume all'accampamento dei crociati. Questi due uomini di fede diversa, di diversa origine e cultura, di diverso linguaggio, di usi e costumi diversi, testimoniano ancora oggi, che oltre tutte le diversità c’è sempre un terreno comune, ci sono sempre territori inesplorati, spirituali e materiali, in cui avventurarsi insieme per il desiderio della ricerca, per l’interesse a scoprire realtà che possano contribuire ad un reciproco arricchimento.
Ci colpisce anche che Francesco, questo Santo così spiritualmente vicino al mondo musulmano, scrisse nella prima stesura della Regola del suo Ordine, il capitolo 16. In tale capitolo egli istruiva i suoi confratelli su come comportarsi per poter instaurare il dialogo con i musulmani. Le direttive date dal santo e le sue valutazioni sull'Islam risultavano di una modernità estrema e sconvolgenti alla luce delle idee comuni del tempo; risultarono talmente incomprensibili che la cosiddetta Regola non bollata, la prima stesura della Regola francescana scritta dal Santo, venne rifiutata dal Papa che impose una pesante censura e costrinse Francesco ad eliminare il capitolo 16. Lo Spirito, si sà, si muove alla velocita’ di anni luce rispetto al mondo materiale in cui le cose sembrano muoversi cosi’ lentamente…
 Oggi, dopo 800 anni e dopo il Concilio, il Papa ci chiama urgentemente a congiungere le forze con le altre fedi su obiettivi comuni, ad aprire i nostri cuori, a crescere insieme per creare un mondo nuovo, al più presto: quando facciamo nostra questa risonanza spirituale, è giunto il tempo di accogliersi gioiosamente, di incontrarsi, di sentirsi parte della stessa famiglia umana, e di non lasciare più le nostre menti per strada, perchè finalmente vediamo, e sentiamo vibrare in noi, gli infiniti spazi della pace, le infinite distese dell’amicizia, rispetto ai luoghi ristretti ed angusti in cui la diffidenza e l’odio ci avevano rinchiuso precedentemente, nel gioco al massacro e della reciproca distruzione.