Per i fedeli delle varie religioni tutto è chiaro e definito: ognuno ha la propria identità, ognuno ha la propria verità, che essi cercano di scambiarsi e condividere nel limite consentito dalle regole della propria fede e del proprio gruppo di appartenenza. In realtà, grazie alla globalizzazione, alle comunicazioni di massa e alle nuove tecnologie, il volto religioso del nostro pianeta sta cambiando: tutto stà diventando più confuso, i territori degli uni vengono sempre più invasi dalla presenza dell’altro. Ad un ritmo incalzante sempre più parti del mondo stanno diventando ambienti multi-culturali, multi-etnici e multi-religiosi. La mobilità mondiale di popoli e culture, di gruppi etnici che si mischiano e si intersecano, mette le varie religioni sempre più a contatto fra loro, facendo in modo che le dottrine si influenzino e si travasino continuamente. L’isolamento oggi non è praticamente consentito: ogni chiusura in merito può essere considerata solo un suicidio. La nostra fede dunque, oggi non può restare ritirata nella convivenza tollerante e non informata, poichè è nel dialogo che essa si rapporta e manifesta la sua credibilità, svelando la realtà di ciò che è. Il dialogo è il mezzo attraverso cui manteniamo la nostra attenzione sull’umanità degli altri, anche quando, o forse soprattutto quando, siamo in forte disaccordo con le loro idee. Trovare punti in comune nonostante le radicali differenze è una strategia collaudata nell’ambito di una coesistenza pacifica: se fossimo d'accordo su tutto, il dialogo sarebbe inutile, se non fossimo d'accordo su niente, il dialogo sarebbe impossibile, ma è proprio quando siamo in grado di individuare sia dei punti fondamentali di accordo che di disaccordo che il dialogo è auspicabile, anzi necessario, interessante e potenzialmente produttivo. Tanta violenza e lotte nel mondo tra tradizioni e religioni diverse hanno messo le nazioni una contro l'altra per migliaia di anni, senza nessuna via d’uscita. Con una siffatta storia di profondi disaccordi, sarà mai possibile per le culture del mondo trovare un accordo? Un dialogo aperto tra persone con diverse visioni del mondo è oggi di gran lunga più importante che mai!
Questa è la sfida che l’Unione Cristiana Enti Migranti Italiani, nella prossima conferenza, lancerà a nome dei cittadini del mondo che cercano vie per la pace fra tutti i popoli. Oggi grazie ad Al Qaeda e altri gruppi terroristici, la paura dei musulmani è ancora ad alti livelli: gli estremisti hanno avuto la meglio nel distorcere la percezione comune di chi sono veramente i musulmani; qualcuno equipara islam a violenza e pensa che i musulmani con essa tendono alla dominazione mondiale. In realtà la stragrande maggioranza dei musulmani sono persone eccezionalmente pacifiche e tolleranti che cercano di vivere d’amore e d’accordo coi loro vicini di altre religioni. Ma si sa’, basta una pecora nera ...Quindi il nostro non è un compito facile, ma è una necessità in questi giorni di comunicazione globale immediata e di intensi conflitti culturali. Forse, in questo grande progetto di avvicinamento fra le due religioni, nessun luogo al mondo è situato meglio del Canada, Paese multiculturale, e di Toronto, che significa appunto Ecumene, luogo di incontro. Nessun posto forse è più adatto per questo dialogo di quello gestito dai Frati Francescani, cioè dai seguaci di Francesco d’Assisi, il patrono d’Italia amico dei musulmani. Forse nessuna data è più propizia della Giornata Missionaria Mondiale. Forse nessuno fra i tanti ospiti è più gradito del Dr. Hamid Slimi, il ministro di culto musulmano presidente del Consiglio canadese degli Imam, che è anche un docente che parla correntemente arabo, francese e inglese, studioso di diritto e religioni comparate, scrittore di numerosi libri e articoli, direttore esecutivo, produttore e presentatore di una tv locale, ma soprattutto instancabile presenza da anni in ogni dialogo interreligioso. Forse è anche grazie a lui, se recentemente il Consiglio Canadese degli Imam ha fatto una dichiarazione, in occasione del Ramadam, che è decisamente un passo importante verso il riappropriamento di un’immagine pubblica religiosa che si stacca decisamente dal fanatismo: essa afferma fra l’altro che la vita umana è più sacra delle leggi religiose, che l’islam promuove il senso civico, la parità fra i sessi, e il diritto per l’individuo, sia esso uomo o donna, di scegliere come si vuol vestire, vivere, agire e credere. Questa è la prima volta che le guide musulmane di un’intero Paese si sono unite per dichiarare che continueranno ad insegnare un insieme di virtù positive che riflettono la vera natura dell’Islam.
Il Corano in fondo vuole il ritorno ai poveri, come lo vuole la Bibbia e in particolare il Vangelo. Il profeta Maometto dice: “nessuno di voi crede veramente fino a quando non desidera per gli altri ciò che desidera per sè stesso”, parole che fanno eco a quelle di Gesù: “ in ogni cosa, fate agli altri ciò che vorreste sia fatto a voi, perchè ciò riassume la legge e i profeti.” Dal momento che entriamo in contatto con vicini, colleghi e conoscenti occasionali di altre fedi, vediamo che la stessa capacità di bene e male che ci modella, modella anche loro.
Perchè dunque non creare insieme una cultura di nonviolenza e di rispetto per la vita? Perchè non creare una cultura di solidarietà e di giustizia economica, di tolleranza e di verità, una cultura di uguali diritti e di collaborazione fra uomini e donne?
Oggi abbiamo bisogno di pensare globalmente, in termini di famiglia umana, e agire localmente, perché nel costruire rapporti inter-religiosi qui, noi modelliamo e mettiamo in atto il nostro ministero della riconciliazione. La realizzazione dei grandi sogni comincia proprio quì, con questi piccoli passi, ascoltando lo Spirito di Dio e non chiudendosi di fronte ai “ segni dei tempi”.