venerdì 14 novembre 2014

UCEMI - Toronto: Voglia di Ricominciare






L’UCEMI - Toronto, l’Unione Cristiana di Enti tra e per i Migranti Italiani, promossa dalla Fondazione Migrantes (Conferenza Episcopale Italiana) che è sempre stata all’avanguardia nel servizio agli emigrati italocanadesi attraverso il mantenimento delle radici italiane e cristiane, la collaborazione con tutti, il sostegno ai missionari dell’IPC, attraverso attuali e puntuali conferenze sulla bioetica, sul dialogo interreligioso, sulla dottrina sociale della Chiesa, o con simposi per la valorizzazione di figure altamente emulative per i giovani (come è stato nel caso di P. Francesco Bressani), come tutte le associazioni italo canadesi, dopo la grande crisi che ha colpito l’Italia, ha dovuto fare i conti con la diminuita attenzione del Bel Paese nei confronti dei migranti, attuatasi con grossi tagli al volontariato, alla cultura e alla rappresentanza.
A Roma, ben quattro uffi­ci dell’UCEMI dedicati all’emigrazione sono stati smantellati parecchi mesi fa insieme al relativo personale e al sito web; infine lo scorso mese di Maggio è venuto a mancare anche l’amato presidente dell’UCEMI nel mondo, Adriano Degano che ha guidato l'organizzazione per oltre 30 anni. In siffatta situazione, alcuni giorni fa, approfittando della presenza a Toronto del vicepresidente dell’UCEMI nel mondo dott.Luigi Papais, il presidente dell’UCEMI Toronto Giovanni Riccitelli, ha chiamato a raccolta, oltre al responsabile del settimanale cattolico Chiesa 2000 P. Amedeo Nardone, O.F.M., al Presidente dell’Italian Pastoral Commission, P. Ruggiero Di Benedetto,e a P. Vitaliano Papais, guida spirituale dell’UCEMI, tutto il direttivo dell’associazione per vagliare le prospettive future dell’organizzazione.
Durante l’incontro il dott. Luigi Papais ha portato subito, pur nell’attuale crisi italiana, una boccata d’aria fresca, asserendo che il sito UCEMI è stato riaperto ed ha ora uno stampo più laicale, pronto a informare, formare e aggiornare sulla pastorale della chiesa locale. Anche se era la Chiesa di partenza quella che pensava originariamente agli emigranti e li seguiva, sostituita dopo il Concilio dalla Chiesa di residenza che garantisce l’accoglienza degli immigrati, anche se di sacerdoti in Canada ne arriveranno sempre di meno, l’UCEMI nel mondo è interessata al modo di vivere la fede, l’arte e la cultura cattolica degli italo canadesi, che è diversa dagli atri gruppi etnici e alla continua-
zione del fi nanziamento della stampa nelle missioni dove ci sono associazioni attive.
Compito dei laici italiani è presentare le esigenze dei cattolici locali. L’emigrazione che sembrava essere finita, -ha detto- è ora in ripresa: 2000 giovani italiani sono arrivati recentemente a Toronto in cerca di occupazione. Esiste quindi-ha concluso- la possibilità di inserirli in un discorso pastorale. 
P. Amedeo Nardone ha poi dato testimonianza di questa nuova emigrazione dall’Italia, attraverso l’esperienza di un sacerdote suo amico di Boston, dove si è formato gruppo di
preghiera di giovani arrivati come turisti e rimasti.
Anche in Canada – ha proseguito – il Corriere Canadese dell’On. Volpe segue questa nuova emigrazione giovanile e il loro inserimento. Per quanto riguarda il discorso associativo, ha detto che purtroppo “ci sono alcuni sacerdoti che pensano che le nostre
associazioni religiose fi niscano come dei malati terminali”, ma nella sua esperienza ha notato quanto vigore ci sia ancora in alcune di esse dove si sono inseriti diversi giovani.
C’è ancora spazio per un lavoro di recupero - ha aggiunto - facendo una preparazione spirituale agli eventi religiosi di tali gruppi associativi a livello di adulti e a livello giovanile. Le feste dovrebbero essere momento di evangelizzazione. Bisognerebbe inglobare nell’UCEMI alcuni membri di ogni gruppo per fare una pastorale religiosa, comune e unitaria. Creare una nuova evangelizzazione, ovvero rievangelizzare i cattolici – ha concluso P. Nardone – questo è il nostro compito. Il Cav. Fracassi, fra l’altro presidente della più grande associazione ricreativa e sportiva cattolica, ha ricalcato l’esigenza per le associazioni di avere dei sacerdoti, o di un gruppo di laici, che vadano periodicamente a parlare loro di fede. Lou Iacobelli poi ha insistito sulla necessità di non abbandonare i ragazzi delle scuole, e del bisogno di comunicazione per intensificare gli incontri con i Provveditorati e i fiduciari cattolici.
Infine il presidente dell’UCEMI Toronto, concludendo, ha ribadito la voglia dell’Associazione di ricominciare, anche se in maniera sperimentale, attraverso una campagna di sensibilizzazione e reclutamento tra le associazioni cattoliche esistenti in modo da creare una rete di accoglienza, ed ha lanciato come punto di riferimento che
consenta di raggiungere una unità di tutto il mondo associativo cattolico italiano in Canada, la presentazione del rapporto italiani nel mondo, (unica fotografi a dell’emi-
grazione, con tanto di documenti e dati statistici) per fi ne marzo 2015, contando sulla collaborazione di tutte le associazioni. L’UCEMI è convinta, infatti, che questo sia un
argomento attuale che riguarda tutti: i recenti cambiamenti hanno toccato un po’ tutte le associazioni, ridottesi di numero, sia come quadri dirigenti sia come associati.
La globalizzazione ha prodotto benefi ci ma anche il venir meno di determinati collegamenti e di determinate forme di rappresentanza. Ciò è da attribuirsi in parte all'uscita di scena di molti operatori sociali sia per questioni di anzianità e sia per la scarsa propensione dei giovani a impegnarsi a seguire un percorso associativo.
Chiunque voglia collaborare o desideri maggiori informazioni sull’UCEMI Toronto, è pregato di contattare:
Toronto@ucemi.it