Il pomeriggio del 30 maggio, nonostante il caldo, la sala dell’Immacolata Concezione di Woodbridge era piena di gente che voleva sapere di più sulla vita di “Padre Bressani, il primo sacerdote italiano in Canada”. Tony Porretta per la Federazione Laziale e Giovanni Riccitelli per l’UCEMI, dopo una breve introduzione, salutando la presenza tra il pubblico del Dr. Giuseppe Bea, membro del comitato scientifico della Caritas/ Migrantes italiana nonchè responsabile Nazionale per le migrazioni, hanno subito passato la parola ai relatori.
Il prof. Frank Spezzano, nella sua brillante esposizione, che si è avvalsa anche di mezzi audiovisivi, ha tracciato il profilo di questo studioso umanista rinascimentale, contemporaneo di Galileo, nato a Trastevere nel maggio del 1612. Un eminente dotto che già in giovane età insegna Latino, Letteratura e Scienze e che a Parigi, mentre insegna Matematica e Filosofia e studia nel prestigioso Clermont College, manifesta ripetutamente il suo desiderio di andare in missione, sempre rifiutato perchè ritenuto inadatto per quel servizio; ma che a 29 anni, al suo sesto tentativo, ottiene finalmente il permesso e diventa così il 361esimo gesuita inviato oltreoceano. Come Colombo 500 anni prima – ha detto Spezzano- Padre Bressani superando oceano e pericoli sbarca nel “nuovo mondo”, ringrazia il Signore e subito si prende cura dei coloni francesi e dei Nativi.
Alcune popolazioni Aborigene vedono l’arrivo dell’uomo bianco, che cresce in possedimenti, come un disturbo degli equilibri, mentre esse vengono decimate da malattie sconosciute ai loro antenati, e così gli dichiarano guerra, ostacolandone il commercio e l’approvvigionamento.
In una di queste imboscate P. Bressani è fatto prigioniero, un giovane Nativo del suo gruppo è subito trucidato, scotennato e mangiato sotto i suoi occhi; lui è torturato selvaggiamente, per mesi, in un calvario umiliante. Spezzano, da buon drammaturgo, ha saputo far inorridire e commuovere il pubblico presente, come quando ha detto che a Bressani le dita gli vennero strappate coi denti e con quelle dita monche e sanguinanti il missionario doveva raccogliere il fuoco dal braciere e, cantando, metterlo nelle pipe dei suoi aggressori!! Quando poi infine Bressani è condannato ad essere bruciato vivo su un rogo, come spia e capitano dei francesi, ecco che mentre prega per tutti i Nativi, compresi i suoi aggressori, la sua morte si trasforma in resurrezione: il consiglio irochese tramuta la sua condanna… Dal punto di vista scientifico, coi suoi 23 viaggi attorno ai Grandi Laghi, Bressani realizza 3 importanti mappe del Canada: quella del 1657, conservata al Museo di Parigi, che spazia dal 36esimo al 52esimo parallelo, è la più antica rappresentazione della vita dei Nativi oggi in esistenza; anche le sue osservazioni astronomiche sono state messe a buon frutto quando, tenendo il telescopio fra le mani mutilate, osserva un’eclissi lunare con un’accuratezza che non trova riscontri nel nordamerica in tutto il resto del secolo; misura inoltre il livello dei laghi, le correnti, le temperature; raffigura gli aborigeni in preghiera…
Esposizione profonda e innovativa, quella successiva, di David Donato, giovane studioso di Teologia prossimo alla laurea, che ha affrontato il tema della spiritualità di questo eroe della fede: S. Ignazio, S. Francesco Saverio, ma soprattutto il suo direttore spirituale P. Louis Lallemant -ha detto Donato- hanno convinto Bressani che è un grande onore morire al servizio degli ammalati di peste o nelle missioni o dando la vita per il gregge. Da essi impara che la contemplazione ha il primato sull’azione, l’unione intima con Dio, la regalità di Cristo portano al servizio disinteressato per gli altri attraverso la povertà, la carità e l’obbedienza. Egli si sente graziato di avere una mente libera, e di sentire sempre meno paura della morte e del fuoco. Si identifica con il Buon Ladrone e da buon ladrone si trasforma nel Cristo che dà il proprio sangue e la propria vita. Padre Bressani, originalmente definito dal Donato come “martire vivente del vangelo”, dopo tante traversie torna in Italia, ma dopo pochi mesi è di nuovo nella comunità affidatagli e si adopera per il suo riscatto. È intermediario nelle trattative di pace fra le varie tribù: è lì che riconosce i suoi carnefici, li abbraccia come amici e fratelli, e dopo aver raccolto fondi fra i francesi, offre loro anche dei doni! “Non bisogna mai
tagliare l’albero più alto del bosco – ha detto Donato – poichè esso permette agli alberelli di crescere verso la luce” cioè, in altre parole, invece di reciderla dalla memoria collettiva, bisognerebbe valorizzare la figura di quest’uomo coerente, sfuggito per troppo tempo alla comunità italocanadese, canadese e cattolica. Lo stesso Spezzano ha fatto sentire tutto l’auditorio inserito in un viaggio, un viaggio iniziato con Colombo, Caboto, Bressani, Verrazzano,…e che continua con noi. Il mondo –ha detto Spezzanoè un luogo meraviglioso che noi possiamo ancora migliorare con la stessa modestia di quell’eroe che è P.Bressani. Nei successivi interventi sia il Prof. Attilio Dell’Anno, insegnante della scuola secondaria, che Cosmo Femia, rappresentante della gioventù italocanadese, hanno affermato che la vita, la figura e l’operato di P.Bressani possono e devono diventare materiale di studio in tutte le scuole cattoliche dell’Ontario. P.Daniele Bertoldi ha asserito poi, che da parte sua l’IPC, nell’anno sacerdotale, ha già intrapreso un notevole sforzo economico per la statua che verrà collocata a sua perenne memoria a Midland il prossimo 27 giugno alla presenza dell’Arcivescovo Thomas Collins. L’auspicio di tutti i presenti al simposio è che da quì al maggio 2012, in cui si celebreranno i 400 anni della sua nascita, si formi un comitato ad hoc che sappia coinvolgere tutte le associazioni, e con la sua creatività sappia far maturare consapevolezza e iniziative che rivalutino degnamente la statura del Bressani nella comunità italocanadese e canadese. Nell’epoca della globalizzazione, Padre Bressani, la cui opera ha lasciato un’impronta indelebile nella storia delle origini del Canada, è il sublime esempio di una fede mai smossa, di una resistenza attiva e metodica ( o “nonviolenza del forte” come l’ha definita Gandhi) destinata ad essere vincente.
P. Bressani è l’esempio dell’etica cristiana, dell’esercizio della democrazia, di un nuovo ordine politico che mette al centro il bene comune. Un bene comune che non si esaurisce nell’accaparramento commerciale (di pelli o di ricchezza materiale ieri, di petrolio e industrializzazione oggi, come ha fatto notare nel suo intervento P.Vitaliano Papais) e in cui mercanti e guerrieri dettano leggi per affermare il proprio potere, ma che si forma da una interazione sulle coscienze e sulle intelligenze per una crescita equilibrata di tutti i suoi membri.